venerdì 26 dicembre 2008

Movimento Cambiamento

[...] come vede per esempio, a distanza di tempo, quel che lei era una volta, con tutte le illusioni che allora si faceva; con tutte le cose, dentro e intorno a lei, come allora le parevano - ed erano, erano realmente per lei! - Ebbene, signore: ripensando a quelle illusioni che adesso lei non si fa più: a tutte quelle cose che ora non le <<sembrano>> più come per lei <<erano>> un tempo; non si sente mancare, non dico queste tavole di palcoscenico, ma il terreno, il terreno sotto i piedi, argomentando che ugualmente <<questo>> come lei ora si sente, tutta la sua realtà d'oggi così com'è, è destinata a parerle illusione domani?




Luigi Pirandello

Sei personaggi in cerca d'autore

martedì 28 ottobre 2008

Tempesta



Yanni's orchestra performs

 Antonio Vivaldi

 Le Quattro Stagioni

 Estate, primo mov. allegro non molto

Pangloss

dopo tutto sono filosofo, e non mi conviene contraddirmi poiché Leibniz non poteva aver torto,

e l'armonia prestabilita è la più bella cosa

del mondo, così come il tutto e la materia sottile




Voltaire, Candido

domenica 21 settembre 2008

Curiosità









A
ntoni Gaudì


particolare del Palau Güell

1886-1890























Fotografía de

© Jaume Mestres

Seafood

L'archeologia è come la conchiglia dell'umanità: morto il mollusco, resta l'involucro che va conservato e fatto amare, non imposto come un principio autoritario dell'alto. Altrimenti c'è il rischio che qualcuno, alla fine, sfasci la conchiglia credendo di diventare libero.

mercoledì 23 luglio 2008

WC

Esco e percorro rapida il corridoio alla ricerca di un cesso dove specchiarmi voluttuosamente e annusare profumo di cipria. Una volta dentro, il water mi angoscia. Il pensiero dell'uso collettivo e ripetuto di quel water mi nausea. La carta igienica incollata al metallo satinato, le tracce d'urina a rigare i bordi esterni, il sentore cessosamente pubblico che pervade lo stretto cubo, lo specchio schizzato da un probabile uso interdentale selvaggio, tutto questo mi angoscia portando i miei pensieri a una convinzione distorta, dove l'essenza stessa del vivere pulsa tutta in quel lavandino sudicio, tra resti vischiosi abbandonati distrattamente. Talmente primordiale e umano da sembrare vero.



Isabella Santacroce

Destroy

domenica 13 luglio 2008

Eco

In cuor di donna quanto dura amore?

- (Ore).

Ed ella non mi amò quant'io l'amai?

- (Mai).

Or chi sei tu che sì ti lagni meco?

- (Eco).




Luigi Pirandello

Il Fu Mattia Pascal

sabato 12 luglio 2008

Evolution

Ora, finalmente, entriamo nell'Era dell'Emozione.

L'individuo trova rifugio nella sua parte più pura e profonda, quel magma misterioso da cui sgorgano le nostre aspirazioni, che parla il linguaggio della poesia, dei suoni, del corpo e dei colori, in altre parole dell'Arte.

[...]

E' quindi necessario creare una nuova arte contemporanea, che sia espressione del nostro tempo.

Essa deve trarre origine dal magma emotivo e, attraverso rinnovate forme strutturali, disegnare i canoni di una nuova bellezza, da tutti condivisibile.

Giovanni Allevi

La Musica in testa

martedì 10 giugno 2008

Onoma-topee

In quel punto, come evocata di tenebra, dall'usciolo socchiuso della scaluccia approdante in bottega (di cui li ragazzini fantasticavano, altri favoleggiavano e più d'uno pe via de la lettura de la mano avea pratica), si affacciò, e poi zampettò sul mattonato freddo qua e là con certi suoi chè chè chè chè tra due cumuli di maglie, una torva e a metà spennata gallina, priva di un occhio, e legato alla zampa destra uno spago, tutto nodi e giunte, che non la smetteva più di venir fuora, di venir su: tale, dall'oceano, la sàgola interinata dello scandaglilo ove il verricello di poppa la richiami a bordo e tuttavia gala d'una barba la in fronzoli, di tratto in tratto: una mucida, una verde alga d'abisso. Dopo aver esperito in qua in là più d'una levata di zampa, con l'aria, ogni volta, di saper bene ove intendeva andare, ma d'esserne impedita dai divieti contrastanti del fato, la zampettante guercia mutò poi parere del tutto.
Spiccicò l'ali dal corpo (e parve estrinsecarne le costole per una più lauta inspirazione d'aria), mentre una bizza mal rattenuta le gorgogliava già nel gargarozzo: una catarrosa comminatoria. A strozza invelenita principiò a gorgheggiare in falsetto: starnazzò spiritata in colmo alla montagna di que'cenci, donde irrorò le cose e le parvenze universe del supremo coccodè, quasi avesse fatto l'ovo lassù. Ma ne svolacchiò giù senza por tempo in mezzo, atterrando sui mattoni con nuovi acuti parossistici, un volo a vela de' più riusciti, un record: sempre tirandosi dietro lo spago. Parallelamente allo spago e alla infilata dei nodi e dei groppi, un filo di lana grigio le si era appreso a una gamba: e il filo pareva questa volta smagliarsi da reobarbara ciarpa, di sotto al ridipinto ciarpame. Una volta a terra, e dopo un ulteriore co co co co non si capì bene se di corruccio immedicabile o di raggiunta pace, d'amistà, la si piazzò a gambe ferme davanti le scarpe dell'allibito brigadiere, volgendogli il poco bersaglieresco pennacchietto della coda: levò il radicale del medesimo, scoperchiò il boccon del prete in bellezza, diaframmò al minimo, a tutta apertura invero, la rosa rosata dello sfinctere, e plof! le fece subito la cacca: in dispregio no, è probabile anzi in onore, data l'etichetta gallinacea, del bravo sottufficiale, e con la più gran disinvoltura del mondo: un cioccolatinone verde intorcolato alla Borromini come i grumi di solfo colloide delle acque àlbule: e in vetta in vetta uno scaracchietto di calce, allo stato colloidale pure isso, una crema chiara, di latte pastorizzato pallido, come già allora usava.

C. E. Gadda

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

venerdì 2 maggio 2008

Genesi

Ta'aroa era il suo nome. Abitava nel vuoto - prima della terra, del cielo, degli uomini.

Ta'aroa chiama, niente gli risponde e, solo esistente, si trasforma in Universo.

Le anime di tutto sono Ta'aroa: così si è chiamato egli stesso. Le rocce sono Ta'aroa. Le sabbie sono Ta'aroa.

[...]

Giaceva Ta'aroa con la moglie Hina, dea dell'aria. Dalla loro unione sono nati l'Arcobaleno e Chiaro di Luna, poi le nuvole rosse, la pioggia rossa.

Giaceva Ta'aroa con la moglie Hina, dea del grembo della terra: dalla loro unione è nato Tefatu, il genio che agita la terra e che si manifesta nei fragori sotterranei.

Giaceva Ta'aroa con la moglie detta Aldilà di tutta la terra.

Dalla loro unione sono nati gli dei Te'iri'i e Rananua.

Poi Ro'o che uscì dal ventre di sua madre lateralmente.

E dalla stessa madre nacquero ancora la Collera e la Tempesta, i Venti furiosi e anche la calma che li segue.



devotioadartem.splinder.com/post/13788051/Il+Giorno+di+Dio




Paul Gauguin

Noa Noa

venerdì 25 aprile 2008

Fiero della Fiera

"Io credo in questo gioco complesso di trasparenze,

credo in particolare nell'urbanità di un edificio i cui confini

tra interno ed esterno restano un po' ambigui, per cui,

quando sei dentro, vedi quel che c'è fuori

e quando sei sulla strada vedi quello che c'è dentro.
"









Renzo Piano


La Bolla


2001

Iudicium

«Ho io tratto tutto il vantaggio possibile, per la mia felicità, dalle occasioni che il caso

m’ha presentate durante questi nove anni di Parigi? Che uomo sono? Sono provvisto di buon senso? Buon senso in profondità? Ho uno spirito singolare? In fede mia non lo so proprio.

Traverso i miei casi d’ogni giorno, non mi pongo mai questi problemi fondamentali; perciò i miei giudizi variano come il mio umore. I miei giudizi non sono che punti di vista.»




Stendhal, Ricordi di egotismo

giovedì 3 aprile 2008

Raccolte a tulipano le cinque dita della mano destra,

altalenò quel fiore nella ipotiposi digito-interrogativa tanto in uso presso gli Apuli.





C. E. Gadda

Quer pasticciaccio brutto de via Merulana

sabato 23 febbraio 2008

My soul roams with the sea




This tale is true, and mine. It tells

How the sea took me, swept me back

And forth in sorrow and fear and pain,

Showed me suffering in a hundred ships.

In a thousand ports, and in me. It tells

Of smashing surf when I sweated in the cold

Of an anxious watch, perched in the bow

As it dashed under cliffs. My feet were cast

In icy bands, bound with frost,

with frozen chains and hardship groaned

Around my heart. Hunger tore

At my sea-weary soul. No man sheltered

On the quiet fariness of earth can feel

How wretched I was, drifting through winter

On an ice-cold sea, whirled in sorrow,

Alone in a world blown clear of love,

Hung with icicles. The hailstorms flew.

The only sound was the raoring sea,

The freezing waves. The song of the swan

Might serve for pleasure, the cry of the sea-fowl,

The death-noise of birds instead of laughter,

The mewing of gulls instead of mead.

Storms beat on the rocky cliffs and were echoed

By icy-feathered terns and the eagle's screams;

No kinsman could offer comfort there,

To a soul left drowning in desolation.

And who could believe, knowing but

The passion of cities, swelled proud with wine

And no taste of misfortune, how often, how wearily,

I put myself back on the paths of the sea.

Night would blacken; it would snow from the north;

Frost bounda the earth and hail would fall,

The coldest seeds. And how my heart

Would begin to beat, knowing once more

The salt waves tossing and the torewing sea!

The time for journeys would come and in my soul

Called me eagerly our, sent me oveer

The horizon, seeking foreigners' homes.

But there isn't a man on earth so proud,

So born to greatness, so bold with his youth,

Grown so brave, or so graced by God,

That he feels no fear as the sails unfurl

Wondering what Fate has willed and will do.

No harps ring in his heart, no rewards.

No passion for women, no worldly pleasure,

Nothing, only the ocean's heave;

But longing wraps itself around him.

Orchards blossom, the towns bloom.

Fields grow lovely as the world spring fresh,

And all these admonish that willing mind

Leaping to journey, always set

In thoughts travelling on a quicening tide.

So summer's sentile, the cuckoo, sings,

In his murmuring voice, and our hearts mourn

As he urgers. Who could understand,

In ignorant ease, what we others suffer

As the paths of exile stretch endlessly on?

And yet my heart wanders away,

My soul roams with the sea, the whales'

Home, wandering to the widest corners

Of the world, returning ravenous with desire,

Flying solitary, screaming, exciting me

To the open ocean, breaking oaths

On the curve of a wave.



                                                                                               



                                                                                        Anonymous

domenica 6 gennaio 2008

Bretagna

Qui trovo il selvaggio, il primitivo.

Quando i miei zoccoli risuonano su questo suolo di granito,

 sento quella tonalità sorda, opaca e potente che cerco di ottenere nella pittura.



P. Gauguin