mercoledì 31 gennaio 2007

In generale, Monsieur de Villefort faceva o rendeva raramente visite, delegando ciò a sua moglie, cosa ammessa in quella società dove si teneva conto delle gravi e numerose occupazioni del magistrato, ma che in realtà era puramente un calcolo di orgoglio, una quintessenza di aristocrazia, l'applicazione infine di quell'assioma: "Mostra di stimarti e sarai stimato", assioma mille volte più utile nella nostra società di quello dei greci: "Conosci te stesso", sostituito ai nostri giorni dall'arte meno difficile e più vantaggiosa del conoscere gli altri.

sabato 13 gennaio 2007

L'universo si controbilancia. Le nazioni si divorano perché una non potrebbe sussistere senza i cadaveri dell'altra. Io guardando da queste Alpi l'Italia piango e fremo, e invoco contro agl'invasori vendetta; ma la mia voce si perde tra il fremito ancora vivo di tanti popoli trapassati, quando i Romani rapivano il mondo, cercavano oltre a' mari e a' deserti nuovi imperi da devastare, manomettevano gl'Iddii de' vinti, incatenevano principi e popoli liberissimi, finché non trovando più dove insanguinare i lor ferri, li ritorceano contro le proprie viscere. Così gli Israeliti trucidavano i pacifici abitatori di Canaan, e i Babilonesi poi strascinarono nella schiavitù i sacerdoti, le madri, e i figliuoli del popolo di Giuda. Così Alessandro rovesciò l'impero di Babilonia, e dopo avere passando arsa gran parte della terra, si corrucciava che non vi fosse un altro universo. Così gli Spartani tre volte smantellarono Messene e tre volte cacciarono dalla Grecia i Messeni che pur Greci erano della stessa religione e nipoti de' medesimi antenati. Così sbranavansi gli antichi Italiani finché furono ingojati dalla fortuna di Roma. Ma in pochissimi secoli la regina del mondo divenne preda de' Cesari, de' Neroni, de' Costantini, de' Vandali, e de' Papi. Oh quanto fumo di umani roghi ingombrò il Cielo della America, oh quanto sangue d'innumerabili popoli che né timore né invidia recavano agli Europei, fu dall'Oceano portato a contaminare d'infamia le nostre spiagge! ma quel sangue sarà un dì vendicato e si rovescierà su i figli degli Europei! Tutte le nazioni hanno le loro età. Oggi sono tiranne per maturare la propria schiavitù di domani: e quei che pagavano dianzi vilmente il tributo, lo imporranno un giorno col ferro e col fuoco. La Terra è una foresta di belve.




U. Foscolo

Le ultime lettere di Jacopo Ortis

La Ragione? - è come 'l vento; ammorza le faci, ed anima gl'incendi.





U. Foscolo

Le ultime lettere di Jacopo Ortis

lunedì 8 gennaio 2007

[Il vecchio] era finalmente riuscito a stanare il suo grongo dal buco: una bestiaccia nera e appiccicosa, grossa quasi quanto un braccio, e che adesso si torceva sulle pietre un po' sconnesse del molo. Il vecchio gli diede il colpo di grazia e, tutto tronfio, se lo portò via a forza di braccia, con la coda che strusciava per terra e ancora si contorceva. Tutto questo, chissà perchè, aveva qualcosa di osceno.

Da quel giorno, ogni volta che il dottore ripensava al molo, vedeva sempre la testa nera di un grongo che usciva prudentemente da un buco, allettato da un brandello repellente di polpo agitato all'estremità di un fil di ferro. Immaginava quella specie di lungo serpente viscido che veniva estratto con la forza dal suo alveolo, poi la testa che scricchiolava, schiacciata con una pietra.




G. Simenon

Il Clan dei Mahé








sabato 6 gennaio 2007

Voluttà



Gioia e profumo della vita mi è la memoria delle ore

in cui ho incontrato e posseduto la voluttà

come la desiderai. Gioia e profumo della vita per me

che ho sdegnato ogni piacere d'amori consueti.




K. Kavàfis

lunedì 1 gennaio 2007

Questo mio bacio accogli sulla fronte!

E, da te ora separandomi,

lascia che io ti dica

che non sbagli se pensi

che furono un sogno i miei giorni;

e, tuttavia, se la speranza volò via

in una notte o in un giorno,

in una visione o in nient'altro,

è forse per questo meno svanita?

Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo

non è che un sogno dentro un sogno.

Sto nel fragore

di un lido tormentato dalla risacca,

stringo in una mano

granelli di sabbia dorata.

Soltanto pochi! E pur come scivolano via,

per le mie dita, e ricadono sul mare!

Ed io piango - io piango!

O Dio! Non potro' trattenerli con una stretta piu' salda?

O Dio! Mai potrò salvarne

almeno uno, dall'onda spietata?

Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo

non è che un sogno dentro un sogno?




E. A. Poe


Un sogno dentro un sogno