domenica 23 settembre 2007

Intendo che per raccontare bisogna innanzitutto costruirsi un mondo, il più possibile ammobiliato sino agli ultimi particolari. Se costruissi un fiume, due rive, e sulla riva sinistra ponessi un pescatore, e se a questo pescatore assegnassi un caattere iroso e una fedina penale poco pulita, ecco, potrei incominciare a scrivere, traducendo in parole quello che non può non avvenire. Che fa un pescatore? Pesca (ed ecco tutta una sequenza più o meno inevitabile di gesti). E poi cosa accade? O ci sono pesci che abboccano, o non ce ne sono. Se ci sono, il pescatore li pesca e poi va a casa tutto contento. Fine della storia. Se non ci sono, visto che è irascibile, forse si arrabbierà. Forse spezzerà la canna da pesca. Non è molto, ma è già un bozzetto. Ma c'è un proverbio indiano che dice "siediti sulla riva del fiume e aspetta, il cadavere del tuo nemico non tarderà a passare". E se lungo la corrente passasse un cadavere - visto che la possibilità è insita nell'area intertestuale del fiume? Non dimentichiamo ch eil mio pescatore ha la fedina penale sporca. Vorrà correre il rischio di trovarsi nei pasticci? Che farà? Fuggirà. fingerà di non vedere il cadavere? Si sentirà preso da coda di paglia, perché al postutto il cadavere è quello dell'uomo che odiava? Irascibile com'è, si adirerà perché non ha potuto compiere lui la vendetta agognata?  Vedete, è bastato ammobiliare con poco il proprio mondo, e già c'è l'inizio di una storia. C'è anche già l'inizio di uno stile, perché un pescatore che pesca dovrebe impormi un ritmo narrativo lento, fluviale, scandito sulla sua attesta che dovrebbe essere paziente, ma anche sui sussulti della sua impaziente iracondia. Rem tene, verba sequentur. Il contrario di quanto, credo, avviene con la poesia: verba tene, res sequentur.

(...)

E' il mondo costruito che ci dirà come la storia deve poi andare avanti. (...) E non si pensi che questa è una posizione "idealistica", come chi dicesse che i personaggi hanno una vita loro e l'autore, come in trance, li fa agire per quello che essi gli suggeriscono. Sciocchezze da tema della maturità. E' che i personaggi sono costretti ad agire secondo le leggi del mondo in cui vivono. Ovvero, il narratore è prigioniero delle proprio premesse.



                                                                                                                                                                              Umberto Eco

sabato 15 settembre 2007

                Sarebbe stato meraviglioso incrociarla all'angolo di una di quelle ripide stradine della città vecchia, dove tutte le case erano in realtà delle botteghe.




Georges Simenon

Il clan dei Mahé

Con passione

Tu, o Compassione, sei la sola virtù! tutte le altre sono virtù usuraje!




Ugo Foscolo

Le ultime lettere di Jacopo Ortis

Informazione e significato

Se il bollettino meteorologico in data 4 agosto mi comunica: "Domani non nevicherà", l'informazione che ne ricevo è molto scarsa, perchè si tratta di un dato talmente scontato che la quantità delle cose che io so e le mie capacità di predizione degli eventi di domani non ne rimane aumentata. Ma se il 4 agosto il bollettino meteorologico mi comunica: "Domani 5 agosto nevicherà", allora io ricevo una notevole quantità di informazione, data l'improbabilità del fatto annunciatomi.





Umberto Eco

Opera aperta

Lorenzo

Né mi stancherò di scriverti; tutt'altro conforto è perduto;

né tu, mio Lorenzo, ti stancherai di leggere queste carte

ch'io senza vanità, senza studio e senza rossore ti ho sempre scritto ne' sommi piaceri e ne' sommi dolori dell'anima mia.

Serbale.

Presento che un dì ti saranno necessarie per vivere, almeno come potrai,

col tuo Jacopo.





Ugo Foscolo

Le ultime lettere di Jacopo Ortis

Hyères

    Sdraiato sul fianco destro, evocava, nell'ordine, un certo numero di immagini, poi si addormentava. Ma di solito il sogno non arrivava e, al mattino, lui si svegliava deluso. Altre volte, però, il sogno cominciava a delinearsi, e lui, sentendolo arrivare, lo aiutava con tutto se stesso, si svegliava di colpo e vedeva davanti a sé le strisce di luce che filtravano dalle persiane.





Georges Simenon

Il Clan dei Mahé

venerdì 14 settembre 2007