giovedì 7 dicembre 2006

Nella sorpresa, nell'abnegazione

respiri tu?

Io non vivo, a volte, e cado spento

in questo oceano di silenzio,

Ogni momento mi pare di svelarti

di più.

Poi mi spengo

e mentre dormo

mi culli con veli bianchissimi

e sempre più bella sei.

E tutto sai di me

e tutto sai di me.

9 commenti:

  1. Anche il colore dei suoi pensieri?

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  2. Tutto è prendere una pietra e capirla. E' prendere una pietra e trovarsi a terra, vicino a lei. Tutto è essere contemporaneamente la pietra e se stessi, non entrambe le cose insieme, una alla volta, ma nello stesso tempo dell'altra.

    Tutto è sentire il gracchiare di un corvo e rispondergli grazie, con le sue parole.

    Tutto è prendere una pietra e vederla infinite volte nello stesso istante.

    Tutto è anche quello che manca in questo commento, cioé l'assenza di parole. Parole fatte per spiegare un tutto che c'è ma non si vede. Tutto è tutto quello che non sappiamo ma che c'è.



    Tutto è quello che vuol dire questo mio commento.

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  3. E, dimenticavo la cosa più importante, tutto è tutto quello che non ho detto.



    Ah.

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  4. Senza volermi sovrapporre a quanto detto, il concetto di "sapere tutto di qualcuno" (che, appunto, non è perfettamente sovrapponibile al concetto di "tutto") può secondo me (secondo me) essere espresso come "capire qualcuno".

    Arrivando a capire (con la C maiuscola) qualcuno, non si sa, in fondo, di lui, anche ciò che ancora non si "conosce"?

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  5. Non è dato capire tutto

    e non è dato sapere tutto.

    Neppure di noi stessi,

    figuriamoci di *altri*.



    Capire una persona: cosa significa questa frase?

    Capire una persona può equivalere ad averla in pugno, prevedibile nelle azioni e gestibile nei pensieri?

    (idee buttate lì, eh, s'intende)



    Capire una persona: cosa significa questa frase?

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  6. Certo.

    Infatti non troverai, rileggendo le mie parole, l’espressione “capire tutto”, ma solo “capire”, prorprio come sostitutivo di “sapere tutto”.

    E proprio perché il Capire esclude il concetto di “tutto”: il capire che intendo io, quello che ho specificato avere la C maiuscola, significa accogliere di una persona anche il singolo aspetto o episodio che non si comprende secondo la propria esperienza; in definitiva ciò che non si…..capisce con la c minuscola.

    Quindi, è proprio in contrapposizione al concetto di possedere, di prevedere (vade retro…) : è accogliere una sua imprevedibile mossa a scacchi, anche se non la capisco secondo le mie regole, anche se non potrei mai prevederla, perché comunque è una Sua mossa.

    E’ un Capire che non è conseguente al conoscere, ma è antecedente; non conseguenza, ma causa: non “capisco perché in realtà già conosco” (quello è il capire con la c minuscola, quello che può condurre al concetto di possedere), ma “mi sforzo di progredire con la mia conoscenza perché già prima Capisco, e accolgo anche qualcosa che mi è del tutto estraneo, perché Quella è la sorgente da cui giunge” .

    Una parola oggettivamente neutra, per la mia esperienza, per la mia storia, può essere stata, ed essere, scintilla da cui nascono tempeste: se capisco con la c minuscola, quando mi viene detta reagisco con una tempesta; se Capisco, invece, quando quella parola arriva da Quella persona, la accolgo, e spontaneamente ho voglia di capire nella sua storia quella parola cosa significa – magari tempesta, o forse un vento fresco e profumato…..

    Ci saranno mille parole così, e anche se solo 10 verranno dette e Capite, in potenza io le so già tutte e 1000.

    Ecco che allora, in potenza, di quella persona “so tutto”, anche se, in atto, inevitabilmente, quel “tutto” resterà solo un irraggiungibile limite a cui tendere asintoticamente.

    Per fortuna.

    Questo, chiaramente, è ciò che sento io.



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  7. Forse con Capire tu intendi Lasciare la possibilità a una persona di esprimersi?



    Come dire che ora io ti Capisco ma non ti capisco.



    Ma, come hai giustamente già detto, questo non implica il sapere. E infatti io non so cosa pensi, cosa pensi mentre scrivi, come pensi, cosa ne pensi.

    So che lo fai, che quindi qualcosa c'è - ma non so cosa sia.

    Ma non posso accontentarmi di sapere che c'è, perchè se non so cos'è la mia conoscenza è stantia e amorfa.

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  8. Hai sicuramente ragione in ciò che dici.

    E’ più facile sentirlo che esprimerlo, e più facile esprimerlo che metterlo in pratica…

    Cerco quindi di spiegarmi meglio: non vedo il Capire come una sorta di telepatia o di surrogato alla comunicazione, anzi!

    Lo vedo come l’etere, qualcosa che riempie, che filtra in ogni angolo di un rapporto tra due persone, quindi il Capire pervade la (fondamentale) comuncazione, non la sostituisce affatto.

    Il Capire permette all’interagire tra due persone di essere continuo stimolo per una ulteriore conoscenza, e non semplice materia da analizzare e giudicare di conseguenza (sebbene il giudizio spontaneo sia una inevitabile peculiarità umana: ma in questo caso un giudizio che si vuole approfondire, accertare, indagare, sviscerare, e non solo emettere).

    Un “Lasciar esprimere” , ma attivo….. non una accettazione supina.

    Capire non significa sognarsi ciò che io penso mentre ti scrivo, né considerare ciò che penso una cosa che non ti interessa, né un accontentarsi di non saperlo – Capire significa che mentre leggi, lo fai anche con la predisposizione a conoscermi sempre meglio, significa che se trovi un passaggio che ti è incomprensibile o “inaccettabile”, diventa *spontaneamente* motivo di un approfondimento ancora più intenso di ciò che c’è dietro a quello che scrivo, e non motivo di opposizione (al limite motivo di confronto: Capire non significa non avere e non sostenere le proprie idee, chiaramente).

    Quindi, proprio il fatto che tu ti chieda cosa penso mentre scrivo, se te lo chiedi sempre e comunque, nel bene e nel male, significa Capire.

    E Capendo, poi, si può capire, sapere, ma il fatto è che non è necessario (oltre a non essere possibile) sapere TUTTO, perché comunque, Capendo, tutto è lì per essere capito e saputo, anche se non tutto sarà raggiungibile: quando capiterà qualcosa che non conosco che mi sorprende, che non capisco, cose che senza il Capire sarebbero motivi di allontanamento, so che invece sarà motivo per viaggiare insieme verso questa nuova conoscenza, e sono questi viaggi il bene più grande, più ancora che la loro destinazione.

    E’ proprio quel “non accontentarsi” – mai - della superficie, la base per Capire……

    Credo sia anche qualcosa di molto legato al carattere di una persona – io ad esempio non sono predisposto per natura a Capire le persone: quando le Capisco - e se capita, capita indipendentemente dalla mia mera volontà - significa che per me sono individui di una rarità che rasenta l’unicità.









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