L'inverno con la mia generazione
le donne curve sui telai vicine alle finestre;
un giorno sulla prospettiva Nevski per caso vi incontrai Igor Stravinsky;
e gli orinali messi sotto i letti per la notte
e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione.
E studiavamo chiusi in una stanza
la luce fioca di candele e lampade a petrolio
e quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere;
e il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare
l'alba dentro l'imbrunire.
le donne curve sui telai vicine alle finestre;
un giorno sulla prospettiva Nevski per caso vi incontrai Igor Stravinsky;
e gli orinali messi sotto i letti per la notte
e un film di Ejzenstejn sulla rivoluzione.
E studiavamo chiusi in una stanza
la luce fioca di candele e lampade a petrolio
e quando si trattava di parlare aspettavamo sempre con piacere;
e il mio maestro mi insegnò com'è difficile trovare
l'alba dentro l'imbrunire.
Non hai messo l'autore!
RispondiEliminaCerto che l'ho messo, l'autore è il Maestro che dà il nome alla categoria.
RispondiEliminaBattiato regna!
RispondiEliminaQuesto giovanotto faceva parte d'una categoria che da noi costituisce un fenomeno alquanto strano e non appartiene alla cittadinanza di Pietroburgo più di quanto una persona apparsaci in sogno appartenga al mondo reale. Questo ceto eccezionale è assai insolito in questa città dove tutti sono funzionari o mercanti o artigiani tedeschi. Era infatti un artista. Uno strano fenomeno, non è vero? Un artista pietroburghese! Un artista nella terra delle nevi, un artista nel paese dei Finni, dove tutto è umido, piatto, uguale, grigio, nebbioso. Questi artisti non assomigliano affatto agli artisti italiani, fieri e ardenti come l'Italia e il suo cielo; al contrario, si tratta per la maggior parte di gente buona e mite, timida, indolente, che ama in silenzio la propria arte, che beve il tè con un paio di amici in una piccola stanza, che discute con modestia dell'oggetto amato e disprezza in modo assoluto il superfluo. Eternamente invita in casa qualche vecchia mendicante e la obbliga a star seduta per sei ore buone al fine di trasferire sulla tela la sua misera e insensibile faccia. Disegna la prospettiva della propria stanza, dove si trova ogni genere di cianfrusaglia artistica: mani e piedi di gesso divenuti color del caffè per il tempo e la polvere, cavalletti spezzati, una tavolozza rovesciata, un amico che suona la chitarra, pareti sporche di colori, la finestra spalancata oltre la quale si scorgono la pallida Neva e poveri pescatori con le camicie rosse. In quasi tutto ciò che fanno domina un torbido colore grigio: impronta incancellabile del settentrione. Con tutto ciò, essi si dedicano con vera gioia al loro lavoro. Non di rado coltivano in sè un autentico talento e se soltanto soffiasse su di essi l'aria fresca d'Italia, essi si svilupperebbero in modo libero, ampio e luminoso come una pianta che da una camera viene finalmente esposta all'aria aperta. In genere sono molto timidi; una decorazione o una spallina dorata li mettono in un tale smarrimento che senza volerlo abbassano il prezzo delle loro opere. Talvolta amano far sfoggio d'eleganza, ma su di loro quest'eleganza sembra sempre troppo vistosa e dà un po' l'impressione di un rattoppo. A volte li vedete con un ottimo frac e un mantello sudicio, con un costoso panciotto di velluto e una finanziera sporca di colori. Nella stessa maniera in cui su un loro paesaggio non finito certe volte scorgete una ninfa disegnata con la testa in giù, perchè, non trovando altro luogo, l'artista l'ha abbozzata sullo sfondo sporco di un'opera precedente che un tempo aveva pur dipinto con soddisfazione. Non vi guardano mai dritto negli occhi; e se vi guardano, lo fanno in modo vago, indeterminato; non vi trafiggono con lo sguardo d'avvoltoio dell'osservatore o con lo sguardo di falco di un ufficiale di cavalleria. Questo avviene perchè loro vedono nel medesimo tempo i lineamenti vostri e i lineamenti di qualche Ercole di gesso che sta nella loro stanza; oppure perchè appare loro un quadro, che per il momento soltanto pensano di realizzare. Per questo rispondono sovente in modo sconnesso, a volte a sproposito, e gli oggetti che si confondono nella loro testa aumentano ancor più la loro timidezza. A questa stirpe apparteneva il giovane da noi descritto, l'artista Pìskarev, contegnoso, timido, ma che portava nella sua anima faville di sentimento, pronte a trasformarsi in fiamma alla prima occasione favorevole.
RispondiEliminaDa Nikolaj Gogol, "Prospettiva Nevskij"